L’Italia ha bisogno di gol, Mancini cerca un centravanti

Angelo Di Marino MILANO Cercasi centravanti. Non proprio disperatamente ma quasi. L’annuncio potrebbe essere tranquillamente firmato da Roberto Mancini che riscuote consensi per il gioco della sua Italia ma si morde le dita per le occasioni sciupate dai suoi attaccanti. Non segna la squadra azzurra che, un anno dopo l’eliminazione dai Mondiali, sembra aver ripreso quota quantomeno nel cuore dei tifosi. Come ha testimoniato il pienone a San Siro e gli applausi a scena aperta tributati agli azzurri. In questo quadro idilliaco lasciano di stucco ancora una volta i fischi a Bonucci e gli insulti al portiere portoghese Rui Patricio a ogni rinvio. Due circostanze, non nuove dalle nostre parti, che hanno un po’ inquinato una festa per famiglie come quella di sabato sera al Meazza. Si diceva del centravanti. Mancini ne ha impiegati 4 nelle 8 gare della sua gestione. Tutti insieme, i quattro in campionato raggiungono quota 20 gol. Quello che più impressiona in Italia quanto in Europa, con la maglia del suo club, è il laziale Ciro Immobile che invece è uscito a capo chino l’altra sera dopo aver sciupato due palle gol contro il Portogallo. Il cambio è una bocciatura anche se Mancini ha attenuato di molto i toni nel dopo partita, invitando il giocatore alla tranquillità in attesa dei gol che verranno. Carezze a parte, Mancini sa benissimo che giocare bene e non concretizzare è “il” problema della sua Nazionale. Complici le scelte dei club (vedi il caso Belotti, per adesso fuori dal giro azzurro perché destinato a compiti diversi da Mazzarri nel Torino) e l’evoluzione tattica che vede le squadre di vertice affidarsi sempre più al “falso nueve”, l’Italia si ritrova a corto di munizioni. Attenti anche a non illudersi di poter fare a meno del centravanti di ruolo in questa Nazionale. Innanzitutto tentare di surrogare la punta di sfondamento con il gioco è questione che richiede applicazione e tempo, elemento quest’ultimo che ai selezionatori fa difetto. E poi c’è da considerare che sulla strada degli Europei 2020 potrebbero toccarci squadre arroccate in difesa e altre atleticamente superiori, in centimetri e chili, contro le quali il giro palla potrebbe risultare improduttivo. In parte la conferma a tutto ciò è venuta proprio dal Portogallo che a San Siro aveva costruito la sua partita attendista (per i lusitani lo 0-0 era il risultato perfetto già alla vigilia) centrando l’obiettivo. Il 2 dicembre a Dublino ci sarà il sorteggio dei gironi per Euro 2020: ci toccherà un gruppo a 6 squadre e non è da escludere che tra i piedi ci capiti di nuovo la Svezia o addirittura la Germania che in Nations League ha fatto flop. C’è poco da stare allegri. Domani si torna in campo contro gli Stati Uniti a Genk, in Belgio. Amichevole per sperimentare la Var e collaudare un manipolo di giovanissimi convocati da Mancini. Nell’ultima partita del 2018, rispediti a casa Chiellini, Insigne, Florenzi, Jorginho, Immobile e l’infortunato Pellegrini, tocca a gente come Tonali, che potrebbe diventare il primo calciatore nato dopo il 2000 a vestire l’azzurro. Per il diciottenne del Brescia una chance a centrocampo accanto a Barella e Sensi. Meno probabile una maglia da titolare per Kean (lui addirittura è nato nel 2001) che potrebbe entrare nella ripresa. Per il resto in porta Sirigu o Cragno al posto di Donnarumma, Bonucci a guidare la difesa composta da Rugani, De Sciglio ed Emerson Palmieri e un inedito tridente rotante: Lasagna al centro, Politano e Berardi ai suoi lati. La caccia al centravanti continua.Roberto Mancini durante il match contro il Portogallo a San Siro (Photo by Marco Luzzani/Getty Images dal sito della Figc)

INVIATO A MILANO Cercasi centravanti. Non proprio disperatamente ma quasi. L’annuncio potrebbe essere tranquillamente firmato da Roberto Mancini che riscuote consensi per il gioco della sua Italia ma si morde le dita per le occasioni sciupate dai suoi attaccanti. Non segna la squadra azzurra che, un anno dopo l’eliminazione dai Mondiali, sembra aver ripreso quota quantomeno nel cuore dei tifosi. Come ha testimoniato il pienone a San Siro e gli applausi a scena aperta tributati agli azzurri. In questo quadro idilliaco lasciano di stucco ancora una volta i fischi a Bonucci e gli insulti al portiere portoghese Rui Patricio a ogni rinvio. Due circostanze, non nuove dalle nostre parti, che hanno un po’ inquinato una festa per famiglie come quella di sabato sera al Meazza.

Si diceva del centravanti. Mancini ne ha impiegati 4 nelle 8 gare della sua gestione. Tutti insieme, i quattro in campionato raggiungono quota 20 gol. Quello che più impressiona in Italia quanto in Europa, con la maglia del suo club, è il laziale Ciro Immobile che invece è uscito a capo chino l’altra sera dopo aver sciupato due palle gol contro il Portogallo. Il cambio è una bocciatura anche se Mancini ha attenuato di molto i toni nel dopo partita, invitando il giocatore alla tranquillità in attesa dei gol che verranno. Carezze a parte, Mancini sa benissimo che giocare bene e non concretizzare è “il” problema della sua Nazionale. Complici le scelte dei club (vedi il caso Belotti, per adesso fuori dal giro azzurro perché destinato a compiti diversi da Mazzarri nel Torino) e l’evoluzione tattica che vede le squadre di vertice affidarsi sempre più al “falso nueve”, l’Italia si ritrova a corto di munizioni.

Attenti anche a non illudersi di poter fare a meno del centravanti di ruolo in questa Nazionale. Innanzitutto tentare di surrogare la punta di sfondamento con il gioco è questione che richiede applicazione e tempo, elemento quest’ultimo che ai selezionatori fa difetto. E poi c’è da considerare che sulla strada degli Europei 2020 potrebbero toccarci squadre arroccate in difesa e altre atleticamente superiori, in centimetri e chili, contro le quali il giro palla potrebbe risultare improduttivo. In parte la conferma a tutto ciò è venuta proprio dal Portogallo che a San Siro aveva costruito la sua partita attendista (per i lusitani lo 0-0 era il risultato perfetto già alla vigilia) centrando l’obiettivo. Il 2 dicembre a Dublino ci sarà il sorteggio dei gironi per Euro 2020: ci toccherà un gruppo a 6 squadre e non è da escludere che tra i piedi ci capiti di nuovo la Svezia o addirittura la Germania che in Nations League ha fatto flop. C’è poco da stare allegri.

Domani si torna in campo contro gli Stati Uniti a Genk, in Belgio. Amichevole per sperimentare la Var e collaudare un manipolo di giovanissimi convocati da Mancini. Nell’ultima partita del 2018, rispediti a casa Chiellini, Insigne, Florenzi, Jorginho, Immobile e l’infortunato Pellegrini, tocca a gente come Tonali, che potrebbe diventare il primo calciatore nato dopo il 2000 a vestire l’azzurro. Per il diciottenne del Brescia una chance a centrocampo accanto a Barella e Sensi. Meno probabile una maglia da titolare per Kean (lui addirittura è nato nel 2001) che potrebbe entrare nella ripresa. Per il resto in porta Sirigu o Cragno al posto di Donnarumma, Bonucci a guidare la difesa composta da Rugani, De Sciglio ed Emerson Palmieri e un inedito tridente rotante: Lasagna al centro, Politano e Berardi ai suoi lati. La caccia al centravanti continua.

Articolo pubblicato dai quotidiani del Gruppo Gedi lunedì 19 novembre 2018

Facebooktwittergoogle_pluspinterestlinkedinmail
Condividi questo articolo
Facebookrss
Segui

Be the first to comment on "L’Italia ha bisogno di gol, Mancini cerca un centravanti"

Leave a comment