Regionali: giorni decisivi e “fattore B”

berlusconidi Angelo Di Marino
Il clima è da ultima battaglia. Non c’è in ballo solo la Campania, ma molto di più. Le elezioni regionali che ci attendono tra due settimane sono il banco di prova più importante per la nostra altalenante politica da due anni a questa parte. Ed è questa terra l’ago della bilancia, racchiudendo nella sua declinazione, politica e sociale, il maggior numero di contraddizioni del Paese. Le previsioni, quelle sviluppate con formule matematiche su fogli di carta millimetrata, fanno capire che sarà un testa a testa. Ne sono consapevoli anche i due principali attori, Caldoro e De Luca, anche se recitano la loro parte in maniera completamente diversa. Il primo è accompagnato dalla macchina elettorale del centrodestra, calatasi nella realtà campana imponendo le proprie regole, tenendo in poco conto le peculiarità locali. De Luca ha scelto, giocoforza, il porta a porta. E’ solo, anche se adesso i democratici ne hanno fatto un vessillo da sbandierare quando fa comodo, dimenticando ipocritamente la fase che ha preceduto l’autocandidatura del sindaco di Salerno. Sono cambiate anche le modalità d’ingaggio. E vedrete che da domani i toni saranno ancora più alti. Nei prossimi sette giorni si consumerà il clou della campagna elettorale: dal faccia a faccia di Città della Scienza, al comizio in piazza Plebiscito di De Luca, al sabato del Cavaliere che porterà in piazza il suo popolo. Così sulla scena irromperà quel “fattore B” che rappresenta un punto interrogativo per entrambi gli schieramenti. Tra intercettazioni, inchieste e veleni, il fascino di Berlusconi non è al suo punto più alto. Sarà alba o tramonto?
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pubblicato su “la Città” del 14 marzo 2010

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4 Comments on "Regionali: giorni decisivi e “fattore B”"

  1. Che il Pd sia alla ricerca di un oppositore a Berlusconi non c’è dubbio. Plausibile il tuo ragionamento che, peraltro, ha dei fondamenti anche politici ben chiari. De Luca è trasversale, parla alla gente prima che ai partiti, intercetta un elettorato che da anni ormai si è allontanato dal centrosinistra. Insomma, come identikit ci siamo. E poi proprio il sindaco-candidato, nei suoi comizi, sottolinea spesso che “in Campania cambieremo tutto e cambieremo anche l’Italia”. Chiaro, no?
    Ciao Tullio, alla prossima!

  2. E’ sempre un piacere incontrarti (anche virtualmente). In tutto questo, collegandomi agli equilibri nazionali che tu citavi. Mi era sorto un dubbio: essendo se vogliamo, almeno in partenza, la mission di De Luca quanto meno disperata (Se ci rapportiamo alle ultime politiche il pdl dovrebbe vincere a mani basse), è plausibile secondo te, che De Luca comunque vada la tornata elettorale, possa comunque essere vincitore all’interno del Pd? Mi spiego. La sua auto-candidatura, approfittando di un pd letteralmente allo sbando, non può essere intesa come uun primo passo verso una scalata non alla leadership regionale, ma nazionale? Dovesse ad esempio arrivare a sfiorare il 40%, forte un risultato simile non potrebbe tentare il colpo gobbo a Roma? Una lungimirante strategia per divenire un pezzo da 90 in occasione delle prossime politiche! :)

  3. Caro Tullio, che piacere incontrarti (virtualmente) nel mio sito. Accolgo le tue osservazioni sull’andamento della campagna elettorale. Credo sia certo che il voto in Campania risulterà determinante anche per gli assetti nazionali di entrambi i partiti (Pdl e Pd) e per gli equilibri politici nelle coalizioni. A patto che, chiunque vinca, faccia qualcosa per questa nostra terra. A presto!

  4. Caro Angelo!
    Che piacere rivederti scrivere anche sul web di nuovo. Aggiungo alla tua riflessione un paio di “tips”! Caldoro è tra virgolette sconosciuto alla massa, ergo senza la macchina elettorale del centrodestra (nazionale) sarebbe incorso in non pochi problemi per diffondere il suo progetto politico. E’, se vogliamo, un vecchio…nuovo volto che (se)vincerà grazie al partito ad alcuni interventi risolutivi (diciamo così) del governo che gli ha permesso di avere una buona base di consensi, che stanno lievitando man mano, nonostante le diaspore locali del Pdl. Poi, ovviamente è impossibile per la gente, dimenticare i 15 anni disastrosi di Bassolino, che negli ha esasperato il popolo partenopeo per le note “disgrazie”. De Luca, beh, tenta di esportare il suo fare un pò populista, battendo quartieri su quartieri, paese su paese, per dare un minimo di credibilità al Pd e alla sua vituperata “politica”(pur disconoscendolo nei fatti il partito che lo ha “designato” candidato). Non so onestamente quanto la sua fumosa auto-idolatria del modello Salerno (gli dò atto di alcuni miglioramenti estetici della città – per me ordinaria amministrazione- ma da questo a far assurgere Salerno a un modello da seguire, ce ne passa di acqua sotto i ponti), possa attecchire nei cuori dei delusi/pentiti del Pd, e dei campani in generale. Il malgoverno e l’ignominia che la Campania ha subito negli ultimi anni, non si cancellano con un colpo di spugna, e permettimi, con i soliloqui in Tv! :)

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