Le stelle non stanno a guardare. Ai Mondiali c’è il meglio della pallavolo internazionale, per questo è vietato sbagliare. Da domani all’11 settembre 24 nazionali si sfidano per il titolo iridato. Si gioca in Polonia e Slovenia, dopo l’esclusione della Russia che originariamente era organizzatrice. Sei gironi da quattro squadre, poi subito la fase a eliminazione diretta. Favorite la Francia olimpionica allenata da Giani, la Polonia campione uscente, senza contare Stati Uniti, Brasile, Serbia, Slovenia. E Italia, quella di Ferdinando “Fefè” De Giorgi che un anno fa ha vinto gli Europei risorgendo dopo una Olimpiade disastrosa.
De Giorgi, ormai ci siamo. Il bus azzurro per i Mondiali è partito.
«È il caso di dirlo visto che da Milano siamo arrivati in Slovenia in autobus».
Si sta comodi…
«Certo, ti godi il viaggio e non devi fare troppe attese negli aeroporti».
Sensazioni?
«Positive, nel senso che abbiamo fatto tutto per prepararci al meglio e iniziare bene. Il confronto è di altissimo livello, siamo contenti di questa nuova avventura».
Tutti insieme appassionatamente, come nel collegiale di Cavalese dove vi siete cimentati anche nel rafting giù per le rapide…
«È stato un fuori programma divertente. Siamo stati in ritiro undici giorni, per interrompere la routine abbiamo pensato a una escursione sul torrente, per molti una esperienza nuova».
Anche un modo per rendere più saldo il gruppo.
«Sono stati giorni in cui si è dato il massimo, il momento più consistente e importante di lavoro che abbiamo fatto. Abbiamo pensato a come migliorare alcuni aspetti che non erano andati bene durante le finali della Nations League a Bologna».
Quella è stata una delusione, la gente voleva vedervi vincere in casa…
«Sinceramente non la vedo così, come allenatore guardo tutto il percorso. È stata la prima Nations League di questa squadra e in un mese e mezzo, girando tutto il mondo, siamo risultati primi in classifica. Poi le ultime due partite con Francia e Polonia si sono complicate, un po’ per gli avversari che sono quelli che puntano a vincere sempre e anche perché qualcosa in più potevamo fare».
Proprio dopo la Nations League le scelte più difficili. Come lasciare a casa Zaytsev, lo Zar.
«Tutte le scelte sono state complicate, fa parte del ruolo del selezionatore che è un bel mestiere però ha un risvolto amaro: devi scegliere sapendo che stai togliendo un sogno, un desiderio a dei ragazzi che comunque meritano. Anche perché una volta che sei arrivato lì in ritiro, dove eravamo in 18, lavori con tutti gli altri e alla fine le differenze sono poche».
Non è una porta chiusa…
«Ho fatto un cambio generazionale perché ritenevo fosse il momento giusto di farlo, avendo la qualità dei giovani da inserire, ma la nazionale non deve mai chiudere le porte a nessuno in alcun modo».
Che torneo sarà?
«Ci sono le più forti come Francia e Polonia, gli Stati Uniti che cono cresciuti moltissimo, c’è sempre il Brasile. Mi incuriosisce Cuba. Dal punto di vista tecnico, il Mondiale è più completo. Poi quest’anno faremo solo le prime tre partite del girone preliminare per poi passare immediatamente agli ottavi. Insomma, si va subito alla fase cruciale e questo nasconde parecchie insidie, devi partire già al cento per cento».
Ci sarà l’Ucraina, nonostante la guerra.
«È una presenza importante, la sorte ha voluto che quando la Russia è stata estromessa si sia stabilito che subentrasse la prima del ranking tra le escluse. E quella era proprio l’Ucraina».
Nel girone E di Lubiana affrontate sabato il Canada, poi Turchia e Cina.
«Non sono squadre di alta classifica, però se non giochi una buona pallavolo contro di loro possono metterti in difficoltà. Due le abbiamo già affrontate in Nations League, dovremo sfruttare qualche loro difetto ma serve mettere una buona intensità da subito».
Lo sapete che ci sono grandi aspettative su di voi, vero?
«Sì, certo. Questo nuovo gruppo fatto di giovani vincendo gli Europei ha attirato l’attenzione e le simpatie degli sportivi italiani. Va in campo con un suo modo di essere cercando di fare il massimo, e questo piace alla gente. I ragazzi hanno anche un senso di appartenenza: è un onore e un grande privilegio rappresentare la propria nazione. Vogliamo onorare la maglia azzurra con quello che facciamo».
Niente pronostici, però vedersela con un altro della generazione dei fenomeni come Giani il più tardi possibile nel torneo non sarebbe male…
«Siamo tutti italiani, la scuola migliore di tutte…».
Risate. Buon segno. —
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Articolo pubblicato su La Stampa di giovedì 25 agosto 2022
LA STAMPA (pagina 36) 25-8-2022
Articolo pubblicato sui quotidiani locali Gnn di giovedì 25 agosto 2022
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