Tragedia greca in dialetto a Pompei: l’Edipo a Colono tra classicità e tradizione siculo-napoletana

Edipo a ColonoEdipo a Colono: gli interpreti Claudio Di Palma e Marina Sorrenti (foto di scena)

Dal 27 al 29 giugno il Teatro Grande degli Scavi di Pompei diventa il perfetto scenario de l’Edipo a Colono, scritto da Ruggero Cappuccio e diretto da Rimas Tuminas.

L’antica città greca è rappresentata con una scenografia semplice, ma più che efficace e suggestiva: qualche brandina e lo scheletro di una torre con cui i personaggi giocano, arrampicandosi su di essa. Il connubio della musica e dei movimenti e delle parole dei personaggi con la scena crea meravigliose fotografie per la vista dello spettatore.

Cappuccio ha immerso il testo di Sofocle in un’ambientazione paesana siciliana e napoletana. Così i costumi ricordano quelli della tradizione sicula e i protagonisti ed il coro si scambiano battute in dialetto. La scelta potrebbe suscitare qualche perplessità, ma il folklore siculo-partenopeo e la tragedia classica, ben incatenati tra loro, non provocano fastidio, bensì quest’impronta riesce in alcuni momenti a porre un accento maggiore sull’emotività dei personaggi.

Fondamentale il ruolo del coro, che a volte sembra quasi far parte della scenografia. Si cimenta poi in esibizioni musicali, alcune delle quali richiamano la classicità, altre invece la tradizione della Sicilia e di Napoli.

Tutto lo spettacolo è costellato da piccoli e velati sprazzi di ironia. Può far sorridere, ma è un’ironia patetica e triste e accresce ulteriormente la drammaticità della tragedia greca.
D’altronde l’Edipo a Colono è il testo per eccellenza che riguarda il tema del dolore umano.

La rappresentazione vuole infatti sussurrare al pubblico un’amara realtà: dopo migliaia di anni la sofferenza umana causata dalle guerre e dalle lotte per il raggiungimento del potere è rimasta immutata. A fine spettacolo, il pubblico si è alzato in piedi per applaudire la fortissima interpretazione di Claudio Di Palma nel ruolo di Edipo come anche quella delicata di Marina Sorrenti nei panni di Antigone.

Dopo l’Edipo a Colono, Pompei ospiterà un’altra grande opera della classicità, stavolta appartenente alla letteratura latina: il Satyricon di Francesco Piccolo, diretto da Andrea De Rosa sarà in scena a partire dal 4 luglio.

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