Ecco Udinese-Napoli, in questa sfida Maradona provò la mano de Dios

22 giugno 1986: Diego Maradona segna con la mano contro l'Inghilterra ai Mondiali in Messico (foto d'archivio)22 giugno 1986: Diego Maradona segna con la mano contro l'Inghilterra ai Mondiali in Messico (foto d'archivio)

La partita degli Assi. Il racconto di Udinese-Napoli è indissolubilmente legato ai grandi giocatori e alle loro gesta. Ma c’è una partita tra le tante che forse vale ancora più delle altre. Per riavvolgere il nastro è necessario, infatti, andare al 24 maggio del 1981, ultima di campionato. Gli azzurri quel torneo rischiarono di vincerlo, ingaggiando per tutta la stagione una lotta a sportellate con la Juve di Brady e la Roma di Pruzzo. Si risolse tutto nell’ultimo mese di campionato, l’arbitro dello scudetto fu il già retrocesso Perugia che passò al San Paolo. Un gol allo scadere del carneade Palo contro il Como rimise in carreggiata gli azzurri a due partite dalla conclusione.
Alla penultima ecco Napoli-Juve, una finale: 80mila al San Paolo, Michelotti di Parma chiude proprio quel giorno la sua carriera, incasso di oltre 700 milioni di lire. Vince la Juve con una spizzicata di Verza sotto porta, deviata da Guidetti. Autogol e in pratica scudetto ai bianconeri. Alla “Domenica Sportiva”, quella di Adriano De Zan e Beppe Viola, Luigi Necco chiede a Verza: «Si sente colpevole per aver tolto lo scudetto al Mezzogiorno?». All’ultima giornata, quel 24 maggio appunto, chiusura a Udine. Una stagione difficile a Udine con ben tre allenatori: Marino Perani (esonerato alla terza giornata), poi Enzo Ferrari in panchina per una sola gara, quindi Gustavo Giagnoni e ancora Ferrari, richiamato alla seconda di ritorno per salvare la squadra. Stadio gremito, il Napoli va in vantaggio con Claudio Pellegrini, all’undicesima rete in campionato. Castellini para un rigore a Zanone, a nulla sembra servire la “Veglia della speranza” osservata nella notte prima della partita dai tifosi udinesi all’esterno dello stadio. Nella ripresa però è un’altra musica, pareggio di Vriz e Manuel Gerolin regala la salvezza al presidente Sanson e a tutto il Friuli con un gran gol a due minuti dalla fine. Krol, Bruscolotti, Marangon chiuderanno al terzo posto dietro Juve e Roma dopo aver sognato lo scudetto.
La storia di Udinese e Napoli cambia verso proprio quel pomeriggio di maggio. Sanson cederà il club a Zanussi. Negli anni successivi arriveranno Causio e poi Zico, Edinho e Virdis. Ferlaino, padrone del club azzurro, capì in quella stagione che Napoli poteva recitare insieme alle grandi. Nel 1984 prese Maradona, il più grande di tutti.
E anche qui in un giorno di maggio cambiò la storia. È il 1985, domenica 12. Penultima di campionato, ultima sfida tra Zico e Maradona. Quattro minuti e Diego imbuca con una punizione da 30 metri. Altri 4 minuti e pareggia Galparoli in mischia. Sale in cattedra il brasiliano, l’Udinese colpisce tre pali. Nella ripresa De Agostini segna da lontanissimo, dopo poco Zico prende un altro legno. Sembra fatta ma al minuto 88 (lo stesso di Gerolin quattro anni prima) Bertoni centra la traversa, sulla ribattuta si avventa Maradona che mette dentro ma con la mano. Il leccese Pirandola non vede e convalida il gol del 2-2. Zico è furioso, inveisce contro l’arbitro, va da Maradona: «Se sei un uomo onesto, allora confessa all’arbitro di aver segnato in modo irregolare». Diego non fece una piega, gli stringe forte la mano e si presentò: «Piacere, sono Diego Armando Disonesto». Zico andò via dall’Italia, Maradona un anno dopo vinse il Mondiale. Segnando di mano all’Inghilterra. La mano de Dios. La mano di Udine.
BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

Articolo pubblicato dal Messaggero Veneto sabato 20 ottobre 2018

Facebooktwittergoogle_pluspinterestlinkedinmail
Condividi questo articolo
Facebookrss
Segui

Be the first to comment on "Ecco Udinese-Napoli, in questa sfida Maradona provò la mano de Dios"

Leave a comment