Maradona al teatro San Carlo: in scena il patrimonio di tutta la città ma riservato solo a pochi napoletani

Maradona al teatro San CarloIl murales dedicato a Diego Armando Maradona nel centro di Napoli (foto Ansa.it)

Manca poco più di una settimana ma è già tempo di polemiche e discussioni per lo spettacolo “Tre volte dieci”. Lo show ideato e condotto da Alessandro Siani per celebrare i trent’anni dal primo scudetto del Napoli andrà in scena il 16 gennaio al teatro di San Carlo. Ospite d’eccezione: Diego Armando Maradona. L’idea, nata circa un anno fa in occasione di un incontro tra il comico napoletano e l’asso argentino, ancor prima di essere portata in scena, è stata criticata da più parti. Per esempio, un soprintendente storico del teatro, Francesco Canessa, ha ammonito che così facendo si riduce l’antico stabile a “mero contenitore di eventi, senza far caso se si superino o meno i limiti del trash”. Anche il maestro Roberto de Simone si è dichiarato apertamente contro l’iniziativa, parlando di “sfregio alla nostra cultura”, di un tempio della musica che deve continuare ad ospitare i grandi cantanti e direttori d’orchestra, e nulla più. Dissenso anche da chi meno ce lo si aspetta, come Oscar Nicolaus, tra i promotori del Te Diegum: “Non mi piace tutto questo folklore attorno al dio del calcio mondiale. Sarà Raccontato da Siani? Con tutto il rispetto credo che le sue gesta ce le abbia raccontate egregiamente Gianni Minà”.

D’altra parte, lo spettacolo è sostenuto dal sindaco Luigi de Magistris, che ha dichiarato di non ravvisare alcuna deriva trash e che anzi sarà presente al San Carlo che, ricorda il sindaco, è anche teatro del popolo. Secondo il comico napoletano sarà invece l’occasione per il pibe de oro di dare “la sua testimonianza d’amore e di libertà, mettendo in luce le sue verità e la sua incredibile vita. Con lui ci saranno ospiti e sorprese”.

Ora, che la scelta della location possa lasciare un attimo sopresi lo si può comprendere; effettivamente può risultare singolare tenere uno show simile in un luogo dove si sono esibiti i più grandi artisti e musicisti del ‘700 e dell’ ‘800, come Rossini e Donizetti, per arrivare ai più grandi direttori d’ orchestra dei nostri giorni. Ma non va dimenticato che il teatro, in quanto tale, è un luogo in cui viene rappresentato o eseguito un evento spettacolare dal vivo. E soprattutto non necessariamente musicale, nonostante la storia del San Carlo dica questo. Dunque perché non poter rappresentare anche la storia di un calciatore che forse è qualcosa di più per l’intera città, o almeno per la parte calcistica di essa? Non è forse un po’ vero, che Maradona possa essere considerato quasi alla stregua di un artista? Perché non guardare alla storia di un personaggio del genere anche come interessante momento culturale? In questo senso sembra eccessivo parlare di scandalo.

Quello che probabilmente dovrebbe far più riflettere, è la scelta in un certo senso elitaria che è stata fatta decidendo di rappresentare lo spettacolo nell’ antico teatro. Potrà anche essere vero, come dice il sindaco, che in fondo questo è il teatro del popolo; ma la realtà dei fatti è una: innanzitutto, si da la possibilità a un ristretto gruppo di persone (1386) di assistere a qualcosa che probabilmente interessa a un numero ben maggiore. In secondo luogo, guardando ai prezzi dei biglietti (da 66 a 330 euro), si è praticamente data questa possibilità al pubblico più facoltoso  e abbiente di Napoli. Ma non è forse vero che Maradona è un patrimonio della città tutta? Non sarebbe giusto permettere a tutti di ammirare il proprio mito dal vivo mentre ripercorre la sua felice storia, almeno sul campo, con la maglia azzurra? Ecco, forse è più questo lo scandalo. Dare una simile opportunità a pochi eletti. Per cui, ci si fosse orientati per una piazza o per lo stadio stesso, sarebbe stato tutto più giusto.

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