Napoli campione di inconcludenza: il gol arriva ogni dieci tiri in porta

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Se esistesse il campionato della poca concretezza, il Napoli lo vincerebbe senza problemi. Perché avere il terzo posto per tiri fatti (217) nelle prime undici partite di campionato ed essere andati a segno “solo” 21 volte, vuol dire siglare un gol ogni dieci tiri. Un po’ poco. Ammesso poi che la squadra di Sarri ci arrivi veramente al tiro; spesso infatti prevale la voglia di entrare col pallone in porta oppure si sbaglia l’ultimo passaggio. Effettivamente però la squadra c’è, si impegna e crea tanto, ma, appunto, non conclude. Certo, questo è anche lo scotto da pagare per l’assenza di quel finalizzatore, di quell’opportunista, Arek Milik, che qualche pallone in più lo avrebbe sicuramente buttato dentro. Senza la giovane punta lo score realizzativo, sia in Italia che in Europa, si è infatti praticamente dimezzato.

Si diceva, quindi, delle buone prestazioni. Prendiamo l’ultima, quella con la Lazio: possesso palla del 64%, 18 tiri a 7 per gli azzurri di cui 8 nello specchio, sono due semplici dati che dicono che il Napoli gioca, eccome. La filosofia è rimasta inalterata e in campo si vede, ma manca il tocco conclusivo, manca il gol. E  non solo; perché se è vero che la squadra sembra affetta dal morbo della poca precisione negli ultimi tempi, c’è anche un’altra novità per nulla invidiabile: l’incredibile fragilità difensiva. Come l’avversario si affaccia dalle parti di Reina, un brivido si fa sentire lungo la schiena dei tifosi; la difesa vacilla, arranca e spesso incassa il gol. Facendo così valere una triste equazione: una azione subita uguale un gol subito. Una equazione la cui esattezza è spesso e volentieri avvalorata da grossolani errori dei singoli.

Sembrerebbe proprio che quelle due assenze, di Milik e Albiol, si stiano facendo sentire molto più del previsto. Detto dell’attaccante polacco, l’assenza del difensore della Roja ha portato in dote questi numeri: con lui i gol subiti sono stati sei in sette partite; senza invece sono diventati 14 in nove match. Non perché Albiol sia il nuovo Franco Baresi, certamente, ma è ormai evidente che l’esperto difensore fa guadagnare all’intero reparto maggiore sicurezza, fiducia, migliorando così le prestazioni di tutti i compagni.

A causa di questo non sono mancate le conseguenze; dopo dodici giornate gli azzurri sono sesti, quindi momentaneamente fuori dall’Europa, con 21 punti e già distanziati a nove lunghezze dalla capolista Juventus. Allo stesso modo in Champions il cammino, dopo un ottimo avvio, ha avuto un piccolo arresto. Poco male, il Napoli è ancora in corsa su tutti i fronti e soprattutto sarebbe prematuro tirare delle conclusioni già a questo punto della stagione. Il momento però, è evidente, non è dei migliori e i risultati ne stanno risentendo; nelle ultime otto partite, tra Italia e Europa, sono stati infatti appena otto i punti conquistati. Andrà quindi ritrovata sicurezza in difesa e per questo va salutato positivamente il recupero di Raul Albiol, probabilmente disponibile già dal prossimo match contro l’Udinese; ma anche lucidità sotto porta, salvo poi intervenire necessariamente nel mercato di gennaio qualora l’andamento di Gabbiadini non dovesse cambiare.

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