Elezioni comunali: Il rettore di Salerno Pasquino punta su Napoli

di Angelo Di Marino
NAPOLI. Il piglio è da lectio magistralis più che da comizio. Ma da un uomo di scienza in fondo è quello che ti aspetti. E’ così che Raimondo Pasquino, rettore dell’Università di Salerno, ha affrontato la platea del teatro Augusteo di via Toledo, nel giorno del battesimo ufficiale a candidato sindaco del Terzo polo a Napoli. C’è tanto della sua esperienza salernitana sul palco calcato dai grandi dello spettacolo. 
Tra i drappi rossi spunta anche patron Caccavale, l’uomo che da decenni riesce a fare impresa mettendo in scena cultura e arte. E come la legge del palcoscenico impone, a Pasquino è toccato recitare (a braccio) il copione più difficile: ha snocciolato con competenza e puntualità le mille emergenze di una Napoli allo stremo ma non ancora morta, come invece vorrebbero in molti. Offrendo soluzioni, scavando nei tecnicismi che mostrano una conoscenza specifica da autentico ingegnere della macchina amministrativa.
Dai rifiuti al turismo, dai trasporti all’urbanistica passando dai musei alle periferie con l’incedere pacato di chi pensa a spiegare più che a conquistare voti. Lanciato dall’europarlamentare Enzo Rivellini (che voleva candidarsi lui a sindaco con Fli), Pasquino ringrazia chi gli ha dato fiducia e chiama a raccolta tutti: Chiesa, Regione e governo. Da cittadino della collina (abita al Vomero) vede nel mare la risorsa più importante: «E’ un fronte male utilizzato. I crocieristi non possono neanche attraversare la strada quando scendono dalle navi…». E poi il verde «che deve trovare il giusto spazio nel piano regolatore di questa città».
Ma è quando esce dal rigore programmatico che Pasquino strappa applausi sinceri: «Noi parliamo ai cittadini, il popolo invece lo utilizza chi non vuole rispondere delle proprie azioni. E poi scusatemi, ma da rettore questi tre big (Casini, Rutelli e Fini ndr) li ho avuti singolarmente a Salerno. Stavolta sono io a sostenere l’esame davanti a loro… Il discorso? Non l’ho scritto, perché si dice quello che si sente dentro». Non mancano i riferimenti polemici agli avversari: «Chi ha governato per tanti anni non ha saputo costruire una classe dirigente. E poi, possiamo mai immaginare una città come la nostra governata da un prefetto (Morcone del Pd, ndr)? Per non parlare dell’opposizione che non ha proposte. Io? Sono una persona che ha fatto e che continua a lavorare ogni giorno. E che ritiene di poter contribuire a risollevare la nostra città».
A chiudere la mattinata ci pensa Gianfranco Fini: «Nell’epoca delle invettive, Pasquino è di un’altra cifra politica. La sua candidatura in altri schieramenti, dove fanno dei casting, sarebbe stata impossibile. E’ un uomo che si mette al servizio della città che ama e che è abituata a squadernare. Sarà lui la vera novità sotto il Vesuvio».

pubblicato su “la Città” del 27 marzo 2011

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