Da quindici anni “la Città” in edicola: liberi di sognare

di Angelo Di Marino
Per una volta parliamo di noi. Di questo giornale, del vostro giornale. Che da quindici anni racconta le cose come stanno, cercando scomode verità prima che facili consensi. Domani “la Città” celebra i suoi primi tre lustri. Il numero uno del nostro quotidiano approdava in edicola all’alba del 7 marzo 1996. Era un’Italia non troppo diversa da questa, anche se molto è cambiato da allora. Contavamo ancora in lire e l’euro ci sembrava lontano. La parabola di Silvio Berlusconi era all’inizio, ma aveva già impresso alla politica italiana una marcia diversa. Proprio nei giorni in cui “la Città” vedeva la luce, ad esempio, il Cavaliere lanciava il suo programma elettorale di governo in 100 punti, nel quale parlava soprattutto di defiscalizzazione. Meno tasse, insomma. Dall’altra parte, Romano Prodi lo accusava di aver copiato dall’Ulivo le idee per governare il Paese. Dell’Utri veniva rinviato a giudizio un paio di volte, Di Pietro prosciolto da tutti i capi di imputazione che venivano dalla procura di Brescia.
Politica e giustizia, leader e magistrati: la cronaca dei nostri giorni parte proprio da quella che ormai è diventata storia. Alla guida del governo Lamberto Dini, timoniere di un esecutivo tecnico conseguente alla caduta di Berlusconi per mano di Bossi. Gli succederà Romano Prodi che sceglierà tra i suoi ministri due uomini che poi diventeranno Presidenti della Repubblica: Carlo Azeglio Ciampi e Giorgio Napolitano. Nonostante i sussulti della politica, l’economia sembrava tenere. Arriveranno di lì a qualche mese gli inviti a “stringere la cinghia” che ci permetteranno di entrare nel circuito della moneta unica europea.
E’ in questo contesto che da Salerno si alza una voce nuova nel panorama dell’informazione. Alla base un progetto tutto meridionale che vedeva nelle edizioni di Napoli e Bari le potenziali spine nel fianco della grande informazione regionale dell’epoca. La terza via, quella che porta a Salerno ed alla sua provincia, spunta all’improvviso. Sarà l’unica a restare aperta.
Da allora un viaggio difficile, spesso periglioso, ma unico e affascinante. Per noi che lo sentiamo addosso, ma anche per chi da 15 anni ci segue con attenzione sempre crescente. Facendo di questo giornale il punto di riferimento di un’intera comunità.
Chi scrive, insieme a una consistente parte di chi lavora a “la Città”, ha vissuto sin da allora le emozioni di un’avventura scritta interamente in questa terra tanto bella quanto sofferente, condividendo sacrifici e gioie e avendo come unico obiettivo quello di raccontare la nostra gente, senza nascondere nulla. Una formula così semplice da risultare la più difficile. Dal 1997, a garanzia di tutto questo, un editore puro, rappresentato dal Gruppo Espresso, che quotidianamente ci offre libertà, un valore prezioso e inestimabile per chi fa il nostro mestiere. E divenuto bene assai raro, soprattutto adesso.
Riavvolgendo il nastro di questi quindici anni che, sotto i nostri occhi, si sono trasformati in storia, non possiamo dimenticare il dolore per i morti di Sarno, per le vittime del treno dei tifosi granata, per la frana di via Laspro e quella di Montalbino, per l’alluvione di Cetara, per l’omicidio di Angelo Vassallo. Migliaia di pagine scritte senza pensare che un giorno sarebbero diventate capitoli di un racconto da lasciare ai posteri.
Tanto tempo è passato da quel marzo 1996. Personalmente dai capelli scuri siamo passati a quelli bianchi, ma lo spirito è rimasto quello dei primi giorni dell’impresa, diventata negli anni una realtà aziendale consolidata che dà lavoro a decine di famiglie e completa il suo ciclo produttivo là dove sono state piantate le radici: a Salerno. E che nel tempo ha saputo rinnovarsi e ammodernarsi, senza mai tradire il patto con i lettori: quello della lealtà. Nuove sfide ci attendono, a partire dalla multimedialità. I quindici anni che abbiamo alle spalle ci insegnano che il nostro obiettivo unico e primario è quello di onorare chi ci segue, a prescindere se lo faccia sfogliando le nostre pagine o guardando il monitor di un computer. Quindici anni che ci fanno guardare al futuro con la consapevolezza di aver realizzato un sogno: costruire ogni giorno un quotidiano libero che può guardare negli occhi i lettori con la dignità e l’orgoglio di chi non abbasserà mai la testa.
© riproduzione riservata

pubblicato su “la Città” del 6 marzo 2011

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