Lavoro, sanità, trasporti: allarmi e sirene in Campania

di Angelo Di Marino
Duemila salernitani rischiano di perdere il lavoro. La sanità pubblica langue. I trasporti locali sono ormai ridotti con le casse vuote e le ruote sgonfie. E’ il menù, davvero poco succulento, che sta per finire sulle tavole dei salernitani dopo la pausa estiva. La situazione è grave come non mai e, per la prima volta dopo anni, travolge anche Salerno e provincia oltre al resto della Campania. Altro che isola felice, qui il gioco si fa duro. Infatti ad essere colpiti sono tre gangli vitali: lavoro, salute e mobilità. Mancando totalmente una politica che consenta almeno la ripresa alla nostra terra, si acuisce ancora di più il divario con l’altra parte dell’Italia. Una circostanza che, da Garibaldi ai giorni nostri, si è ciclicamente ripetuta, provocando il più evidente caso di involuzione che la storia moderna dell’Occidente abbia mai registrato.
Pensate: in poco più di 150 anni, Napoli e la Campania sono passate dal ruolo di capitale a quello di palla al piede del Paese. Con un’accelerazione negli ultimi lustri da far invidia ad un pilota di formula uno. Un record. Senza fare troppa dietrologia ed evitando di tirare in ballo la mai risolta questione meridionale, quella che spaventa di più è la prospettiva. Non essendoci condizioni di svolta, il nostro maestoso incedere verso il baratro sembrerebbe così inarrestabile. Ed è proprio l’indifferenza, anzi il fastidio palesato dall’altra Italia nei nostri confronti a sancire una spaccatura che sembra definitiva, al di là di quello che la politica ed i politicanti stabiliranno. Il danno è fatto, speriamo di evitare almeno la beffa. Sarebbe l’ennesima.

pubblicato su “la Città” del 29 agosto 2010

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