Beach Volley, la stella statunitense Jake Gibb si ritira

Beach volleyL'americano Jake Gibb abbracciato dagli azzurri Daniele Lupo e Paolo Nicolai

Ha detto basta. Jakob Spiker Gibb, 45 anni, chiude con il beach volley. L’ultima danza sotto rete dell’americano l’altra sera a Cagliari, nella seconda giornata delle Sardinia Beach Finals, appuntamento conclusivo del calendario internazionale. Per Jakenji, come è soprannominato questo gigante di 2 metri e un centimetro, originario di un paesino dello Utah dove la sabbia è quella del deserto, è arrivato il momento di fermarsi dopo una carriera incredibile fatta di quattro Olimpiadi e una doppia vittoria sul cancro. E se c’è un modo migliore degli altri per uscire di scena, Gibb ha scelto quello più iconico possibile: abbracciato a due veterani azzurri di questo sport, Daniele Lupo e Paolo Nicolai, peraltro vincitori del tiratissimo match. La foto postata sui social dei tre che si stringono e con gli occhi lucidi lasciano il campo ha fatto il giro del mondo in poche ore, trasformandosi in icona per gli appassionati.

Jake, come lo chiamano i compagni e i familiari, vuole scendere dal carrozzone che porta lo spettacolo della pallavolo all’aperto in giro per il mondo. A bordo era salito nel 2005, l’anno dell’esordio in cui vinse il premio di Top Rookie della stagione, insieme all’italiano Matteo Varnier, un’altra leggenda del beach, commissario tecnico dell’Italia e allenatore proprio di Lupo e Nicolai. Per ben cinque volte avrebbe poi scalato la vetta del World Tour. La prima Olimpiade a Pechino nel 2008, poi Londra, Rio e Tokyo senza mai salire sul podio ma fregiandosi a 45 anni del record di beacher più anziano mai sceso in campo ai Giochi. Con lui in coppia altri grandi atleti come Sean Rosenthal, Casey Patterson e Taylor Crabb, l’hawaiano 29enne attuale partner in campo di Jakenji.

“Il cancro mi consente di avere una nuova prospettiva della vita, quella di imparare a godermi il tempo con la mia famiglia”, ha dichiarato di recente Gibb che racconta spesso della sua doppia vittoria sulla malattia: “Mi hanno rimosso un melanoma dalla spalla sinistra, un problema serio che però non mi ha influenzato nello stesso modo in cui lo ha fatto il cancro ai testicoli. Allora fu devastante”. Dieci anni fa, infatti, aveva scoperto la malattia dopo un controllo antidoping che aveva riscontrato valori anomali. Tornò in campo per qualificarsi ai Giochi del 2012.

La forza d’animo, il coraggio, la passione fanno di Gibb un simbolo della pallavolo sulla sabbia. Ha vinto meno di quanto avrebbe potuto, in quasi vent’anni di carriera nei quali se l’è giocata comunque alla pari con le migliori coppie del mondo. Tra queste anche i nostri Lupo e Nicolai che proprio a Cagliari potrebbero chiudere l’esperienza in tandem. Il loro argento a Rio resterà nella storia come la prima medaglia italiana nel beach volley. Ma si sa, la storia è fatta per essere riscritta. Anche sulla sabbia.

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Articolo pubblicato sul sito de La Stampa l’8 ottobre 2021 (consultabile a questo link)

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