Virus e disordini a Napoli, non sempre basta lo sceriffo

Napoli: scontri e tafferugli nella prima notte di coprifuocoA Napoli il corteo contro il coprifuoco e il lockdown. La manifestazione è degenerata in guerriglia urbana

Il vero interrogativo in Campania riguarda il presidente-sceriffo, Vincenzo De Luca. A un mese esatto dal voto che lo ha plebiscitariamente riconfermato alla guida della Regione, sembra lontano anni luce da quel consenso spesso bulgaro che lo accompagna da più di trent’anni. Eppure l’irriducibile che a muso duro intima di stare a casa e mettere la mascherina era passato per salvatore della Patria nella prima drammatica fase dell’emergenza. Ora no, De Luca è diventato un oppressore. Come gli hanno gridato più o meno in faccia centinaia di commercianti l’altra sera bloccando il traffico a Salerno proprio davanti al municipio. Praticamente casa sua. È quella la spia più evidente del malessere. Forse è per questo che la parola lockdown ieri è stata sostituita dallo slogan prima i ristori nei post presidenziali. Si può essere sceriffi anche con il cappello in mano. —
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Rubrica “Il graffio” pubblicata a pagina 7 de La Stampa del 25 ottobre 2020

La Stampa pagine 6 e 7 del 25-10-2020

Facebooktwittergoogle_pluspinterestlinkedinmail
Condividi questo articolo
Facebookrss
Segui

Be the first to comment on "Virus e disordini a Napoli, non sempre basta lo sceriffo"

Leave a comment