Dal “ridimensionamento” al Napoli campione d’inverno: così Sarri ha stupito tutti

Maurizio SarriMaurizio Sarri in una fase di Bologna-Napoli (foto Ansa.it)

Regalo migliore per i suoi 57 anni Maurizio Sarri non lo poteva avere. E ovviamente non le bottiglie di vino pregiato regalategli dal presidente de Laurentiis, che comunque saranno state gradite, ma piuttosto quello da parte della squadra che, sbancando Frosinone con un largo punteggio, gli consegna il primato in classifica e il titolo “virtuale” di campione di inverno. Nessuna difficoltà a giudicare dal risultato finale, nonostante il mister avesse messo in guardia i suoi alla vigilia della partita. Quello di domenica è un traguardo storico, nonostante conti poco, che al Napoli era riuscito prima solo tre volte in tutta la sua storia. L’ ultima nell’anno 1989-90, stagione conclusasi con la conquista dello scudetto.

Ma chi lo avrebbe mai detto? La parola ridimensionamento era infatti la più in voga dopo l’annuncio del suo ingaggio da parte della società di de Laurentiis, tanto era lo scetticismo. Scetticismo che, dopo le prime tre uscite di campionato in cui il Napoli era riuscito a racimolare appena due punti, aumentava. L’abilità del presidente però si mostrò più che mai in quel momento nel difendere il tecnico e le sue scelte, dandogli fiducia e invitando i tifosi a sostenerlo. Complici anche alcuni accorgimenti tattici culminati nel cambio di modulo, gli azzurri dal 5-0 ai danni del Club Brugge in Europa League non si sono più fermati. La squadra è evoluta incredibilmente; risultati ampi e convincenti, sia in Italia che in Europa, gioco sempre propositivo e spettacolare. E così sono arrivate le vittorie contro le grandi come Juve, Fiorentina e Inter ma anche contro le piccole, dimostrando di aver sfatato il vecchio e maledetto tabù. E mentre in campionato il Napoli vedeva quasi tutte le squadre dall’alto verso il basso, in Europa League non era da meno, anzi. Grazie anche a un girone poco competitivo, la qualificazione ai sedicesimi è arrivata con due turni di anticipo. Gli azzurri alla fine hanno chiuso a punteggio pieno stabilendo anche il record di gol seganti nella fase a gironi della competizione. Senza dimenticare i quarti di finale di Coppa Italia conquistati agevolmente ai danni dell’Hellas Verona. Una cavalcata trionfale.

Non solo l’allenatore però, ma anche la squadra. Tutta. Certo le prodezze di Higuain innanzitutto hanno tolto un poco della scena agli altri compagni; è lui il vero trascinatore, almeno dal punto di vista realizzativo, di questa squadra. Ed oltre che per i numeri, anche per l’importanza di alcune realizzazioni arrivate negli scontri al vertice. Ma non va dimenticato l’incredibile exploit di Insigne e Jorginho, un Hamsik che nel nuovo modulo si diverte e incide di più, l’incredibile sacrificio di Callejon. La vera rivoluzione però probabilmente è quella del reparto arretrato, punto debole del Napoli degli ultimi anni, punto di forza del Napoli di Sarri. Con 15 gol subiti in 19 partite, quella partenopea è la seconda migliore difesa del campionato.

Ed eccoci oggi al giro di boa in testa alla classifica. E le statistiche parlano chiaro: dal 2004 chi è in testa alla diciannovesima lo è anche a fine campionato. Ma guai a dirlo a Sarri e ai napoletani. Con un laconico “nessuna importanza” infatti, il tecnico bagnolese ha commentato il risultato appena raggiunto. Dopo aver ringraziato ancora per la disponibilità dei suoi uomini ad applicare le sue idee, nonostante la presenza di giocatori con un passato importante, il mister ha lasciato intendere che l’unico obiettivo adesso è il prossimo match, contro il Sassuolo. Per vedere anche e soprattutto se i cali di vertigini per il primato in classifica sono un semplice e brutto ricordo.
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