Editoriale della domenica: arriva da Quarto il primo schiaffo al partito-blog di Grillo

Il sindaco di Quarto, Rosa Capuozzo, piange in Consiglio comunale (foto Ansa.it)Il sindaco di Quarto, Rosa Capuozzo, piange in Consiglio comunale (foto Ansa.it)

Il caso di Quarto Flegreo sta monopolizzando l’attenzione in Campania. Al centro della vicenda il presunto condizionamento della camorra sul voto alle comunali e le pressioni esercitate nei confronti del sindaco per ottenere nomine da parte dell’amministrazione. Una storia che coinvolge il Movimento Cinque Stelle, al quale appartengono sia il principale indagato, il consigliere comunale Giovanni De Robbio, che secondo l’accusa avrebbe tentato di favorire esponenti della famiglia Cesarano ritenuta vicina al clan camorristico dei Polverino, sia il sindaco Rosa Capuozzo, che le carte dell’inchiesta descrivono come vittima di un tentativo di ricatto attuato dallo stesso De Robbio, intenzionato – sostiene la procura – a imporre l’affidamento della gestione del locale campo sportivo a imprenditori amici, nonché a nominare assessori e funzionari da lui indicati.

Uno scenario descritto nel decreto di perquisizione, firmato dal pubblico ministero Woodcock e notificato agli indagati il 23 dicembre scorso, che si fonda in particolare su intercettazioni del giugno 2015, nell’imminenza delle elezioni amministrative che videro l’affermazione sia del M5S e del sindaco Capuozzo, sia del consigliere De Robbio che fece incetta di voti. Dopo un primo interrogatorio dove avrebbe minimizzato la vicenda, il sindaco ammise di essere stata intimorita («dovevo essere meno aggressiva, non dovevo scalciare, dovevo essere più tranquilla con il territorio»). Ci sono poi agli atti le intercettazioni in cui uno dei Cesarano (quelli che organizzarono i funerali di Casamonica a Roma) invita a votare il movimento pentastellato: «Adesso si deve portare a votare chiunque esso sia, anche le vecchie ottantenni e devono mettere la X sul Movimento Cinque Stelle che è la cosa fondamentale…», queste le frasi.

Una storiaccia, maturata in uno dei paesi cerniera dell’hinterland napoletano dove il confine tra giusto e sbagliato, tra opaco e trasparente è sempre molto labile, praticamente inesistente. È in questa terra di mezzo che scoppia l’ennesimo caso che travolge la politica meridionale, impastandola con il malaffare. Sospetti e ombre che investono per la prima volta gli uomini e le donne del Movimento 5 Stelle, proclamatosi da tempo ormai unico esempio di anti politica nel nostro Paese. Selezionati attraverso il web, i rappresentanti del popolo di Beppe Grillo si definiscono per antonomasia immuni, lontani da corruttele e sconcerie.

È per questo che ora agli avversari dei grillini non sembra vero di poter sparare ad alzo zero. I fatti di Quarto hanno scatenato soprattutto quelli del partito democratico. A partire da Vincenzo De Luca, alle prese nel frattempo con il processo d’appello sul termovalorizzatore di Salerno. Per il governatore della Campania si tratta di qualcosa di «obbiettivamente grave, questi hanno preso voti da qualche camorrista, non è un atto amministrativo sbagliato. Ora è necessario che facciano le persone serie e che la smettano di dare le patenti di moralità. C’è gente che ogni mattina si sveglia per fare il proprio dovere e non vuole sentire le stupidaggini dei Cinquestelle», ha sintetizzato con il suo ben noto frasario l’ex sindaco di Salerno togliendosi qualche sassolino dalla scarpa.

Grillo reagisce scrivendo sul suo blog che «le mafie da sempre tentano di salire sul carro del vincitore. Ci hanno provato anche con il M5S a Quarto e succederà anche in futuro» ma « i voti delle mafie ci fanno schifo», posta tutto in maiuscolo l’ex cabarettista.

Tra le lacrime del sindaco Capuozzo, la polizia in consiglio comunale, l’intervento dell’immancabile Cantone e le accuse di camorra la sensazione è che l’indagine sia ancora lontana dalla sua conclusione e che potrebbero esserci sviluppi per quanto riguarda le presunte pressioni sul voto e il coinvolgimento di amministratori o esponenti politici. Non solo del Movimento grillino. E’ anche vero che, in assenza di una veloce presa di distanze dal sindaco, il caso di Quarto possa travolgere Grillo proprio nel momento in cui il M5s si candida a governare importanti città alle prossime amministrative.

La verità è che, forse suo malgrado, anche l’apartitico Movimento 5 Stelle è entrato a far parte del gioco della politica. Nel nostro Paese, il confronto reale con la gestione della cosa pubblica è questione assai diversa dalla propaganda. Fa rabbia che sia il Sud a scrivere il capitolo che probabilmente cambierà il racconto che Grillo sta scrivendo ormai da anni sul suo blog. Sintomi di malesseri che non fanno altro che allontanare ancora la brava gente dalla politica. Da questa politica.
©RIPRODUZIONE RISERVATA

Editoriale andato in onda su Radio Alfa il 10 gennaio 2016

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