Scudetto 2024/2025 al Napoli, l’armatura del gruppo e la passione di una città

SERIE A-NAPOLI-CAGLIARI 2-0Romelu Lukaku, 32 anni, esulta dopo il gol del raddoppio che mette al sicuro vittoria e scudetto (Photo by Carlo Hermann / AFP)

INVIATO A NAPOLI. Sogno e realtà. Il quarto scudetto del Napoli spunta dall’ultima curva con il volto tirato di chi soffre, cade, si rialza, lotta e alla fine vince stremato ma felice. È una vittoria luminosa quanto imperfetta quella degli azzurri che ha un nome su tutti: Antonio Conte. L’uomo della provvidenza, soprattutto il tecnico che è riuscito a entrare nella testa dei suoi giocatori e nella pancia di una città la cui passione, a tratti, è sembrata addirittura meno vibrante di quella dell’allenatore. Conte in questo campionato è stato il vero top player del Napoli, surrogando con il lavoro le evidenti falle di un organico di buon livello, diventato gruppo e poi squadra giornata dopo giornata, centimetro dopo centimetro, punto dopo punto. Imparando dagli errori, la squadra azzurra si è cucita addosso l’armatura da combattimento prima del triangolino tricolore. E così McTominay è diventato l’idolo di Napoli soppiantando Kvaratskhelia, Spinazzola è rinato jolly, Raspadori si è diplomato goleador. Facendo leva sulle debolezze che solo un anno fa avevano portato gli azzurri fuori da tutto, la squadra da outsider si è trasformata in protagonista, superando al fotofinish l’Inter di Inzaghi. I nerazzurri tecnicamente sono i migliori del lotto ma nei momenti cruciali si sono arresi, fallendo l’ultimo clamoroso match ball solo pochi giorni fa. In questo duello a distanza, più mentale che fisico, prevalgono cuore e anima, elementi che in natura sono nel Dna dei napoletani, stretti in un unico abbraccio liberatorio al culmine di settimane ansiogene ma indimenticabili. Parallelamente c’è la delusione dell’Inter che solo la Champions potrebbe sanare. Stagione da decifrare quella nerazzurra, ricca di soddisfazioni, elogi, consensi in giro per l’Europa ma avara di successi e segnata indelebilmente da derby fatali persi a ripetizione contro un Milan per il resto mediocre. Ecco perché l’epilogo di questa stagione premia gli azzurri, vincenti con merito in volata all’ultima tappa. La più bella.
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Articolo pubblicato su La Stampa del 24 maggio 2025
LA STAMPA prima pagina del 24-5-2025
LA STAMPA pagine 32 e 33 del 24-5-2025

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