Gran rifiuto a Velasco, in 4 gli dicono “no”: “Le rispetto ma la porta ormai è chiusa”

Italvolley, la nuova stagione azzurraDa sinistra Fanizza, De Giorgi, il presidente federale Manfredi, Velasco e Mencarelli (foto Galbiati/FIPAV)

MILANO. C’è chi dice no. Fa strano rifiutare la convocazione in azzurro, soprattutto se la Nazionale in questione è quella oro alle Olimpiadi e se a telefonarti è Julio Velasco, l’uomo che ha cambiato la storia della pallavolo. Nell’anno dei Mondiali, a chiamarsi fuori dalle convocazioni per la Nations League sono Marina Lubian (oro olimpico), Elena Pietrini, Sara Bonifacio e Cristina Chirichella. «Capisco le loro motivazioni, le accetto e le rispetto – spiega Velasco alla presentazione a Milano della stagione azzurra -. Ma nessuno pensi che ogni anno si possa decidere se venire o no in Nazionale. Ci possono essere dei no diversi ma sono sempre dei no. Un discorso è dire: ho un problema e appena lo risolvo sono lì. Un conto è dire: mi prendo un’estate. Per loro la porta è quasi chiusa, farei eccezione solo per Diego Maradona…».
Dritto come un fuso, il tecnico rifiuta anche paragoni con il caso di Egonu dopo gli Europei del 2023 quando il ct era Mazzanti: «No, un momento. Paola prima venne esclusa, quella è tutta un’altra storia». Fuori anche Caterina Bosetti, una delle regine di Parigi ma per scelta tecnica: «L’ho chiamata e le ho spiegato che abbiamo bisogno di lanciare nuove schiacciatrici che ci diano un passo in più».
Più soft la presentazione dell’Italia al maschile che ha un titolo mondiale da difendere: «A me hanno detto tutti sì», scherza il ct Fefè De Giorgi che per la Vnl ritrova Anzani, Russo e Pinali arruolando anche Francesco Sani e Kamil Rychlicki, in passato convocati da Usa e Lussemburgo.
Pensa in grande il presidente federale Manfredi che progetta gli Europei 2026 col ministro Giorgetti: esordio in piazza del Plebiscito a Napoli e fase finale al nuovo PalaItalia di Santa Giulia a Milano. È proprio l’era dell’Italvolley.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Articolo pubblicato su La Stampa del 7 maggio 2025

Articolo pubblicato sul sito de La Stampa il 6 maggio 2025 (consultabile a questo link)

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