Il veleno nella coppa. È l’epilogo dell’edizione numero 111 della Coppa Lysistrata di canottaggio, la regata remiera più antica d’Italia. Dal 1909 si disputa a Napoli, nel mare che costeggia il lungomare Caracciolo, la Rotonda Diaz e piazza della Vittoria. Uno scenario unico per una gara che vede in acqua le yole, storiche imbarcazioni di legno, con 8 vogatori a remi alternati e un timoniere. Seconda in Europa soltanto alla Coppa del Re d’Inghilterra, la regata napoletana rappresenta l’autentica sfida remiera tra i circoli cittadini. Prende il nome dallo yacht personale di James Gordon Bennet jr, magnate americano di origini scozzesi che con il suo “Lysistrate”, imbarcazione dalla tipica linea di un piroscafo a vapore con fumaiolo, venne ospitato nel 1909 dal Real Circolo Canottieri Italia di Napoli durante una delle sue traversate. L’editore del New York Herald, conosciuto anche per le innovazioni tecnologiche che portò nei suoi giornali, realizzando collegamenti tra le varie sedi e redazioni nel mondo, era appassionato di sport e finanziò numerose spedizioni, competizioni internazionali e trofei. Tra questi la Coppa Lysistrata, prestigiosa realizzazione in argento, che risplende di anno in anno nelle vetrine del circolo detentore. A organizzare la competizione dal 1909 è il Circolo Italia, al quale appunto l’editore americano donò il prestigioso trofeo per sdebitarsi dell’ospitalità ricevuta.
Domenica scorsa, 14 novembre, si comincia presto e sotto la pioggia battente. Si torna a gareggiare dopo un anno di stop a causa del Covid. Il campo di gara è ancora più affascinante, c’è molta gente anche lungo il percorso. Protetti da ombrelli e impermeabili, sono appassionati e parenti dei vogatori in lizza. La manifestazione prevede anche altre gare riservate alle varie categorie divise per età, dalla juniores a quella master. È però la Lysistrata la regata più attesa. Rivalità e destrezza gli ingredienti indispensabili per una domenica mattina ad alta tensione. In acqua per la sfida sui mille metri i sei circoli più prestigiosi, rappresentati da equipaggi di 8 atleti (2 della categoria ragazzi, 2 juniores, 2 seniores e 2 master): Italia, Savoia, Posillipo, Canottieri, Circolo Stabia e Pro Monopoli. Per la cronaca, nell’albo d’oro il Circolo Canottieri Napoli risulta vincitore per ben 28 volte, seguito da Italia (11), Savoia e Posillipo, con 10 vittorie ciascuno. Sulle barche vogatori di grande esperienza, con alle spalle anche le Olimpiadi. Nell’equipaggio del Savoia ci sono Fabio Infimo ed Emanuele Liuzzi, presenti a Rio 2016. Liuzzi ha anche vinto la Prada Cup con Luna Rossa quest’anno ad Auckland. Ricordate questi due nomi, tra poco capirete il perché.
La gara è molto equilibrata, dal lungomare si alzano le urla dei tifosi. C’è anche Nora Liello, novantenne nuotatrice del Circolo Posillipo che gareggia dal 1948 e ora domina nella categoria master, e Carlo Postiglione, socio storico del Posillipo e padre di pallanuotisti d’eccellenza (Stefano e Marco): «Ce la faremo, forza!», si sgolano dalla balconata della Rotonda Diaz. Come da pronostico sulla linea del traguardo piombano proprio il Posillipo e il Savoia. Ci sarebbe da rivedere l’arrivo al fotofinish ma essendo una gara di promozione l’apparecchiatura non è prevista al tavolo della giuria. Per i giudici di gara vale il colpo d’occhio e assegnano la prima posizione al Reale Yacht Club Canottieri Savoia, fondato nel 1893, con sede a Santa Lucia, il rione sul mare abitato dai pescatori.
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Articolo pubblicato sul sito de La Stampa il 18 novembre 2021 (consultabile a questo link)
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