Cinque comuni in quarantena in poche ore: cosa succede in Campania?

Coronavirus nel Vallo di DianoTende pre-triage all'esterno dell'ospedale di Polla, nel Vallo di Diano

In un giorno solo cinque comuni chiusi e messi in quarantena. E’ quanto accaduto nelle ultime ore in Campania, dove il presidente della Regione, Vincenzo De Luca, ha disposto con due ordinanze il divieto di entrata e uscita da Ariano Irpino, Sala Consilina, Caggiano, Polla e Atena Lucana. Provvedimenti drastici, in linea con le modalità d’ingaggio adottate da De Luca per fronteggiare l’emergenza coronavirus. Al momento di scrivere, risultano 400 i casi positivi in Campania.

Ma ci sono circostanze piuttosto singolari dietro le chiusure dei cinque paesi. In ordine temporale, Ariano Irpino, in provincia di Avellino, è risultato il primo paese del Sud messo completamente in quarantena per l’impennarsi di casi positivi al coronavirus. Con una popolazione di ventiduemila abitanti, Ariano è il secondo centro dell’Irpinia dopo il capoluogo Avellino. I primi a sapere della quarantena sono stati avvertiti su whatsapp. Qualcuno ha fatto girare la notizia in paese, poi l’informazione è stata diffusa da un’auto con altoparlante che ha attraversato le strade: “Ariano è chiusa, non si entra e non si esce”. E’ così che la cittadinanza ha saputo di essere all’improvviso finita in una “zona rossa” completamente blindata. Dei 37 contagiati in provincia di Avellino, ben 21 sono di Ariano. Un numero fin troppo consistente che fa pensare a un focolaio.

Agghiacciante la testimonianza che circola su Facebook di un medico veterinario, la dottoressa Daniela De Rosa, 43 anni, che ha postato un video dal suo letto nell’ospedale di Ariano. La donna, attaccata al respiratore, nella registrazione ringrazia i medici, gli infermieri e i volontari della Protezione civile che l’hanno salvata, poi però lancia delle accuse molto pesanti: «Siamo stati tutti colpevoli, ma soprattutto chi lo ha fatto deliberatamente sapendo di delinquere. Chi, consapevole di doversi isolare, non lo ha fatto, mettendo a rischio la vita propria e quella altrui. Come accaduto a me, che da giorni sono attaccata al respiratore a causa di una persona che ha violato le disposizioni». In lacrime, la dottoressa chiude il video sottolineando che «dopo non so quanti giorni il tampone è risultato negativo, evidentemente non era ancora il mio momento. Ma ho volutamente lanciato questo messaggio mostrandomi così, attaccata al mio “amico” respiratore, per mostrarvi cosa provoca questo virus». In sottofondo il rumore metallico delle macchine che garantiscono la sopravvivenza ai ricoverati nel reparto.

A chi si riferisce la dottoressa? Nel video non fa nomi, tantomeno riferimenti diretti, salvo sottolineare di aver capito «chi non voler più avere accanto nella vita». Come riportato dall’agenzia di stampa Agi, la procura di Benevento ha aperto un’inchiesta su due circostanze avvenute nell’ospedale “Ottone Frangipane” di Ariano Irpino. La prima riguarda un medico, dipendente della struttura, che avrebbe accompagnato la moglie senza utilizzare la tenda pre-triage esterna all’ospedale. La seconda evidenzierebbe il caso di una ambulanza del 118 entrata direttamente nella “camera calda” del pronto soccorso, saltando anche in questo caso il passaggio dalla tenda allestita all’esterno del nosocomio. In realtà si è trattato dei primi due contagiati da Covid-19 in Irpinia. L’inchiesta quindi tende ad accertare eventuali responsabilità in ordine al reato di epidemia colposa.

E proprio mentre De Luca chiudeva il paese, si dimetteva da direttore sanitario il dottor Gennaro Bellizzi, che resta primario del reparto di cardiologia dell’ospedale di Ariano. Era facente funzioni dal 7 gennaio scorso e in questi giorni, dopo aver rimesso in piedi la struttura entrata nel caos per la chiusura del pronto soccorso, del reparto di ginecologia (tuttora interdetto) e del blocco per alcune ore di radiologia, aveva lanciato l’allarme per «la mancanza di personale e di dispositivi di sicurezza» nell’ospedale. In una serie di dichiarazioni rilasciate a “il Ciriaco”, sito avellinese di informazione e di inchiesta, Bellizzi chiedeva altri posti letto in terapia intensiva, proprio per fronteggiare l’emergenza coronavirus in Irpinia.

«Al momento la popolazione sta rispondendo con grande responsabilità. Del resto noi di Ariano siamo abituati ad affrontare situazioni difficili, lo abbiamo fatto con il terremoto, con la discarica. Lo faremo anche questa volta. L’ospedale va potenziato subito. E’ l’unico dea di primo livello che copre un bacino di circa 100mila persone, c’è urgenza di implementare le ambulanze del 118, di potenziare il reparto di rianimazione, di specialisti infettivologi. Speriamo che siano prese misure in tal senso», ha invece dichiarato all’agenzia Ansa l’ex sindaco di Ariano, Enrico Franza, dimessosi lo scorso gennaio per l’assenza di una maggioranza.

«In relazione alla messa in quarantena di Ariano Irpino – ha spiegato il governatore De Luca – ho impegnato l’Asl di Avellino a sviluppare un’attività di monitoraggio e controllo intensa e straordinaria per i prossimi 15 giorni nei comuni vicini. La sensazione che si ha in queste ore, in attesa di una valutazione più puntuale e scientifica sui contagi, è che si stiano scontando due fenomeni. Il primo, è l’inizio di una ricaduta legata all’arrivo dalle aree più contagiate del Nord di migliaia di persone in maniera affrettata e non controllata. La seconda causa è la presenza ancora oggi di comportamenti individuali assolutamente irresponsabili. Come è capitato ad Ariano». «Condivido il rigore di De Luca», il commento dell’ex ministro dell’Università, Ortensio Zecchino, originario e residente ad Ariano Irpino. Esorta alla preghiera il vescovo della diocesi, monsignor Sergio Melillo.

L’altro capitolo di questa storia riguarda gli altri quattro comuni in quarantena. Dall’Irpinia si passa alla provincia di Salerno. In pieno Vallo di Diano, per la precisione. Sala Consilina è il comune capofila con dodicimila residenti. In questo caso sono 16 i casi positivi: 11 a Sala Consilina, 3 a Caggiano, 1 a Polla, 1 ad Atena Lucana. I cosiddetti “contatti stretti” registrati e da sottoporre al protocollo previsto, invece, sono 45 e investono dieci dei quindici comuni del comprensorio valdianese. Si tratta di un’area interna molto vasta e poco servita del Salernitano che confina con la Basilicata, piantata nel mezzo del Parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni.

Cosa hanno di particolare questi numeri e che denominatore comune potranno mai avere? La risposta è tra le righe dell’ordinanza di chiusura dei quattro comuni ed è circostanza in realtà assai nota alla popolazione locale. A scatenare l’escalation di contagi due raduni religiosi catecumenali, a Sala e Atena, ispirati a un “predicatore” piuttosto noto nel Salernitano (e non solo). Al culmine delle cerimonie, i membri di queste comunità hanno bevuto tutti dallo stesso calice. Ritenendo forse di compiere «un gesto mistico», in realtà avrebbero così moltiplicato in maniera esponenziale la possibilità di contagio. La libera circolazione nei rispettivi paesi e i contatti avuti nei giorni successivi al rituale hanno poi contribuito all’espandersi indiscriminato del virus in quella zona.

Perentorio anche in questo caso il governatore-sceriffo: «Ho dato mandato all’Asl di procedere alla denuncia penale di quanti hanno promosso o partecipato a questa iniziativa per il danno enorme che ha prodotto sulla pelle di migliaia di cittadini, di migliaia di medici e infermieri impegnati all’ultimo respiro nella battaglia contro la diffusione del contagio. Stiamo lavorando giorno e notte per trasformare in dieci giorni il Loreto Mare di Napoli in un ospedale dedicato alla lotta contro il virus. La nostra priorità è fermare i contagi, ma dobbiamo essere pronti a qualsiasi tipo di scenario».

Da sindaco di Salerno, Vincenzo De Luca aveva creato negli anni il prototipo dell’amministratore sempre in prima linea, pronto a tutto per difendere il proprio territorio. Un profilo mutuato da molti leghisti. Non è un caso se tra i suoi estimatori De Luca abbia avuto anche l’ex ministro Maroni e l’ex sindaco di Verona Tosi. Adesso, da governatore della Campania, la sfida più grande: quella al virus che sta terrorizzando il mondo intero.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Articolo pubblicato dal quotidiano La Stampa lunedì 16 marzo 2020

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