Napoli Teatro Festival, Fabre porta in scena il suo Belgio: «Il mio paese è Assurdilandia»

Jan FabreL'autore belga Jan Fabre (foto J. Munoz)

«Il Belgio sta scoppiando tra burocrazia e formalità forzata. Uno Stato artificiale e instabile, utilizzato come palcoscenico per guerre altrui». È una dichiarazione d’amore molto critica per il suo paese quella di Jean Fabre, artista visuale versatile e imprevedibile che porta domani sabato 1 luglio 2017 in anteprima mondiale al Napoli Teatro Festival Italia la sua nuova visionaria creazione Belgian Rules/Belgium Rules (teatro Politeama, ore 21, replica 2 luglio ore 19). Siamo nella scia delle celebri perfomance di Fabre e della sua compagnia Troubleyn: 3 ore e 55 minuti per mostrare un autoritratto del Belgio, ironico e tagliente, affidato a 15 performer – tra cui le star Annabelle Chambon e Cédric Charron – con la collaborazione del cantautore Raymond van het Groenewoud.

«Il teatro giaceva alla nascita di questo piccolo Paese e il teatro è ciò che di questo piccolo Paese rimarrà» spiega l’autore che dopo le monumentali 24 ore di Mount Olympus-To glorify the cult of tragedy (premio Ubu), fa glorificare dai suoi “guerrieri della bellezza” la propria terra natia che chiama Assurdilandia senza dimenticare i giganti a cui ha dato i natali, da Van Eyck a Bruegel, a Rubens. «I belgi godono, mangiano e bevono fino a farsi scoppiare la pancia. Patatine! Birra! Waffels e cioccolato! Celebrano la tavola e la carne. Nessuno deride il Belgio più di se stesso. È una terra che dà rifugio ad una razza di scansafatiche e imbroglioni. O nobile Belgio, o madre viscida!» racconta con la lingua immaginifica del teatro.

Il risultato vuole essere una dedica, come quella che Fellini fece alla sua Roma, attraverso tutti gli elementi che hanno fondato e reso celebre l’estetica dell’artista. Anche il titolo è volutamente ironico e con doppio significato: Belgian rules, le regole belghe e Belgium rules che fa il verso al Rule, Britannia! di quando l’Inghilterra dominava il mondo. «Solo che detto da un Paese piccolo, che non ha mai avuto un vero potere egemone, suona ridicolo. Oggi il Belgio è al centro dell’Unione Europea, anche a livello istituzionale, ma anche del terrorismo e questo – secondo l’artista fiammingo – non è una coincidenza».

Coproduzione europea della Fondazione Campania dei Festival, lo spettacolo debutterà in prima mondiale il 18 luglio all’ImPulsTanz Festival di Vienna e a settembre sarà nuovamente in Italia, il 30 settembre al Teatro Argentina per il Roma Europa Festival, ripresa di una lunga tournèe internazionale. Fabre è protagonista a Napoli anche di tre appuntamenti dedicati all’arte contemporanea. Allo Studio Trisorio è aperta la personale My Only Nation is Imagination, a cura di Melania Rossi; sul terrazzo del museo MADRE è installata la sua opera iconica L’uomo che misura le nuvole (versione americana, 18 anni in più) 1998 – 2016 a cura di Laura Trisorio, Melania Rossi e Andrea Viliani e domani (ore 11), al Museo di Capodimonte sarà inaugurata la mostra Jan Fabre. Naturalia e Mirabilia.

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