Editoriale della domenica: così la fiction su Vassallo si trasforma in una faida di paese

VassalloSergio Castellitto protagonista della fiction tv "Il sindaco pescatore"

Nella settimana di Sanremo, di Rocco Hunt, dei nastri arcobaleno e dell’emozione per Ezio Bosso, è stata una fiction a scuotere gli animi. Parliamo del Sindaco pescatore, il tv movie andato in onda lunedì scorso e che ha segnato il ritorno in Rai di Sergio Castellitto, nel ruolo di Angelo Vassallo, il primo cittadino di Pollica ucciso il 5 settembre del 2010. Il film televisivo ha fatto il pieno di ascolti con 7 milioni 33mila spettatori ed uno share del 27.54%. Grande soddisfazione in viale Mazzini, sede storica della Rai, dove c’è stato chi ha tirato fuori lo champagne parlando di come «riuscire a far seguire ad una così vasta platea di pubblico la vicenda di un uomo come Angelo Vassallo sia esattamente la missione che il servizio pubblico radio televisivo deve svolgere».

Il protagonista, l’attore e regista Sergio Castellitto, non si è limitato a commentare il lavoro televisivo: «Ora soprattutto ci auguriamo che questo film tenga accesi i riflettori sulla vicenda di quest’uomo straordinario che è un esempio per tutti noi, sulle indagini in corso, per raggiungere la verità sui suoi mandanti e sicari», ha dichiarato commentando i dati di ascolto. Tanti i commenti positivi anche via twitter e facebook. Sui social si è espresso anche il presidente del Senato Pietro Grasso che per primo aveva invitato a seguire la fiction dopo aver preso parte all’anteprima a Roma con una centinaio di studenti delle scuole.

Calata però nel territorio, quel Cilento appunto raccontato dallo sceneggiato televisivo, la fiction-evento ha scatenato un putiferio. «Caro Castellitto fai l’attore, non il politico», ha scritto su facebook Dario Vassallo, fratello di Angelo, autore insieme al giornalista Nello Governato del libro dal quale è stato poi tratto il film. Le frasi contestate da Dario, e dall’altro fratello Massimo, sono quelle nelle quali Castellitto sostiene che «l’attuale giunta, l’attuale amministrazione di Pollica continua a lavorare nello stesso solco lasciato da Angelo. Non è vero che tutto è terribile, anzi è un paradiso terrestre Acciaroli, Pollica…e tutto il sud». Come ha scritto il quotidiano “la Città” “E’ risaputo che tra Dario Vassallo e l’attuale amministrazione comunale non corre buon sangue, anche se in essa figura quale assessore anche il figlio di Angelo, Antonio. Numerose sono infatti le battaglie che Dario negli anni ha portato avanti contro l’agire amministrativo del sindaco Stefano Pisani”, chiude “la Città”. Per la cronaca, all’anteprima della fiction al cinema Barberini di Roma sono stati invitati tre sindaci del Cilento su 89, quelli Castelnuovo, Caselle in Pittari e Roscigno.

A rendere il clima ancor più aspro, una serie di osservazioni a firma di Peppe Tarallo, già sindaco di Montecorice, nei Verdi proprio con Angelo Vassallo in tempi passati. Affidando le sue considerazioni all’immancabile bacheca virtuale di facebook, Tarallo ha riaperto vecchie ferite, riportando a galla accuse già lanciate negli anni scorsi al Sindaco pescatore. Le riportiamo per dovere di completezza e sono la firma che Vassallo mise in calce alla richiesta di trattamento sanitario obbligatorio per Franco Mastrogiovanni, il maestro morto durante quel ricovero in un letto dell’ospedale di Vallo della Lucania dopo 84 ore di agonia atroce; l’altra è la lottizzazione di un residence a Pioppi. Cose peraltro dette e ridette e che furono argomento di scontro diretto e di lite tra Vassallo e Tarallo.

Un post che ha avuto lo stesso effetto di un fiammifero acceso a ridosso di una latta di benzina. Scambi violenti di accuse, controaccuse e neppure poi tanto velate minacce hanno contrassegnato la settimana, finendo per essere l’unico dibattito (peraltro virtuale) che si è aperto attorno alla figura di Angelo Vassallo. Poco, troppo poco. Anzi, nulla rispetto a quanto fatto per la sua terra da quel pescatore diventato primo cittadino.

E così, vista da fuori, quella che poteva essere un’occasione per parlare di Vassallo a 5 anni dall’uccisione si è trasformata in una gazzarra indicibile e per nulla edificante.

La storia di Pollica e del suo Sindaco pescatore non possono rappresentare altro se non una eccellenza per il Cilento. E certo vanno ricordate e raccontate senza enfasi, senza esagerazioni ma soprattutto senza estremismi radicali. Le faide di paese, nelle quali pure negli anni mise bocca lo stesso Vassallo, sono da sempre la condanna dei nostri territori dove il confronto assume sempre il carattere della diaspora. Come se il “fare” fosse a prescindere una colpa, preferendogli lo sterile esercizio del “non fare” nel quale sono bravi tutti gli altri.

Ma in fondo, si dirà, altro non era che una fiction, uno sceneggiato televisivo con tutti i suoi limiti nel raccontare una terra così complessa come il Cilento. Vero, tutto vero. Sapere però che Vassallo nella sua terra è questione che divide e non unisce, a oltre cinque anni dal suo omicidio ancora insoluto, è avvilente. Mortificante. Ingiusto.
©RIPRODUZIONE RISERVATA

Editoriale “Il Salernitano visto da fuori” andato in onda su Radio Alfa il 14 febbraio 2016

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