Musei: Girolamini, Ercolano e Campi Flegrei diventano autonomi

La biblioteca dei GirolaminiLa biblioteca dei Girolamini a Napoli

Dieci nuovi musei in tutta Italia. Tre sono in Campania: il Complesso dei Girolamini, il parco archeologico di Ercolano e quello dei Campi Flegrei (che include Bagnoli, Baia e Bacoli). Le novità sono contenute in un decreto ministeriale che entrerà in vigore a giorni. Rivoluzione anche nell’organizzazione della tutela, con l’arrivo di una Soprintendenza unificata per Archeologia, Belle Arti e Paesaggio.

Nella nuova lista entrano alcuni degli esclusi della prima ora, come il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia o il Museo Nazionale Romano o il Grande Complesso Monumentale della Pilotta di Parma (che raccoglie Biblioteca palatina, Galleria Nazionale e Museo Archeologico Nazionale), nonché emblematici come quello di Miramare con Castello e Parco. Nonché Villa Adriana e Villa D’Este, che avranno un direttore condiviso. Ma ci sono anche novità come il Museo della Civiltà a Roma (che unifica all’Eur il Museo nazionale Preistorico ed etnografico Pigorini, il Museo dell’Alto Medioevo e il Museo delle Tradizioni Popolari sulle cronache di questi giorni per le vicende di assenteismo). E poi nuovi parchi archeologici per Ostia, Ercolano, Appia Antica, Campi Flegrei (Bagnoli, Baia e Bacoli). Tra le novità anche il Complesso dei Girolamini che entra a far parte del Polo Museale di Napoli.

Nuovi musei e nuovi parchi archeologici, come i 20 più grandi, saranno dotati di autonomia e avranno un direttore manager scelto con un bando internazionale. Per i nuovi musei autonomi la strada è quella già segnata dalla prima tranche di istituti, sganciati dai poli museali. Anche i nuovi avranno un direttore manager, un consiglio d’amministrazione e un bilancio autonomo.

La soprintendenza unificata, invece, dovrebbe servire a «rafforzare i presidi di tutela, che diventeranno molti di più sul territorio, e a semplificare il rapporto tra cittadini e amministrazione», assicura il ministro Franceschini che torna a battere su un tasto molto sentito dal presidente del Consiglio Renzi: «Le nuove soprintendenze parleranno con voce unica a cittadini e imprese riducendo tempi e costi burocratici». Incassato il via libera dei sindacati e del Consiglio Superiore dei Beni Culturali, la seconda parte della riforma è tutta in nel decreto ministeriale che entrerà in vigore nell’arco di una settimana. Ci vorrà qualche tempo per gestire la prima fase «un po’ complicata» con gli spostamenti del personale, spiega il ministro a parlamentari e senatori convocati per l’occasione a Palazzo Madama, ma entro febbraio si dovrebbero concludere le procedure di mobilità volontaria per poi mettere a punto le nuove piante organiche.

Con l’accorpamento, sottolinea Franceschini, le soprintendenze diventeranno di più, e si potrà garantire un rapporto «più equilibrato» con il territorio. Il ministro cita l’esempio dell’archeologia, che dispone ora di 17 soprintendenze per tutta Italia: «con la riforma diventano 39 alle quali si aggiungono le due soprintendenze speciali di Roma e Pompei». Più uffici, quindi, secondo una nuova mappa che tiene conto della grandezza del territorio, del numero degli abitanti e della consistenza del patrimonio culturale. La Lombardia, per esempio, passerà da due a quattro, il Lazio da due a tre, la Campania da una a due. Il soprintendente sarà uno solo per tutto il macro settore. «Per noi un ulteriore passo sulla strada avviata qualche mese fa – conclude Franceschini – più efficienza e burocrazia più facile, ma anche più impegno per valorizzare il patrimonio».

Risorse esterne:
Il Complesso dei Girolamini (sito ufficiale)
Polo museale della Campania (sito istituzionale)
Museo archeologico dei Campi Flegrei (sito ufficiale)
Ministero dei Beni Culturali (sito istituzionale)

 

 

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