Editoriale della domenica: Terra dei fuochi condannata dal silenzio dei colpevoli

Terra dei fuochiMilitari dell'Esercito impegnati nei controlli delle aree della Terra dei fuochi

La sinistra prepotenza con cui è tornata di attualità la Terra dei fuochi preoccupa. Nei Comuni della provincia di Napoli e Caserta, tristemente noti per lo smaltimento illegale dei rifiuti, si muore di più, si registrano più ricoveri e ci si ammala molto di più di tumore. La conferma arriva dall’aggiornamento del progetto SENTIERI (Studio Epidemiologico Nazionale dei Territori e degli Insediamenti Esposti a Rischio da Inquinamento) dell’Istituto Superiore di Sanità per i 55 Comuni della Terra dei Fuochi. Il dossier evidenzia come l’allarme riguardi in primo luogo i bambini: già nel primo anno di vita vengono colpiti da vari tipi di cancro molto più frequentemente rispetto alla media.

Una parte del mondo scientifico invita a prendere con le pinze i dati contenuti nel dossier. «È vero che il rapporto, per la prima volta, ha fatto un focus sulla salute dei bambini – spiegano gli stessi autori – ma si tratta di dati che devono essere approfonditi e sviluppati. È come se avessimo guardato il territorio da un elicottero».

Sempre gli estensori del rapporto mettono però in evidenza un altro aspetto rilevante in relazione alla salute infantile, cioè la deprivazione socioeconomica, con i bambini che vivono in zone povere che risultano i più vulnerabili. Una situazione critica, già evidenziata nei precedenti rapporti, che impone di correre ai ripari. I risultati del piano di sorveglianza epidemiologica hanno infatti evidenziato un «carico di patologie, nell’area in esame, per il quale le esposizioni a emissioni e rilasci dei siti di smaltimento e combustione illegale dei rifiuti possono avere svolto un ruolo causale o concausale».

Insomma non solo i rifiuti tossici bruciati ma anche povertà ed emarginazione contribuiscono a far ammalare sin dal primo anno di vita i bambini dei centri più esposti alla Terra dei fuochi.

Dopo gli anni degli sversamenti di scarti industriali, provenienti dal Nord e dal resto d’Europa e del mondo, l’emergenza da contrastare adesso è quella della combustione di scarti di produzioni artigianali, di piccole realtà che finiscono per sfuggire ad ogni forma di controllo. Una situazione critica, già evidenziata in passato, che impone ora più che mai di trovare una soluzione.

Proprio di recente il governo ha concesso alla Campania 450 milioni scaglionati in tre anni per la bonifica della Terra dei fuochi. Renzi ha affidato direttamente al governatore De Luca la gestione dei fondi, sottolineando con un “vediamo cosa riesce a fare” l’impegno che tocca all’ex sindaco di Salerno. Ma per gli esperti «non basta qualche milione per bonificare le aree più inquinate della Terra dei fuochi, ma servono diversi miliardi di euro».

Soprattutto serve un piano nazionale, basato sulle prove scientifiche raccolte, in modo da rendere le aree inquinate fruibili e produttive. Che è poi il vero nocciolo della questione. I soldi promessi dal governo alla Campania dovrebbero coprire i costi della rimozione delle ecoballe stoccate da anni tra le province di Napoli, Caserta e Salerno. A questo punto però, e non sembri un paradosso, si tratta della parte meno rilevante del problema. Un’operazione che tra l’altro è tutta da inventare e senza certezze in termini di riuscita e di spesa.

A fronte di un numero calante di roghi negli ultimi anni, nel 2016 nella guerra contro i roghi tossici i principali protagonisti dovranno essere i Comuni: è proprio quanto emerso dalla cabina di regia convocata nei giorni scorsi. Il primo obiettivo deve essere quello di rimuovere i rifiuti prima che siano dati alle fiamme. Si attende però di sapere come e con quali mezzi i sindaci dovranno affrontare questa emergenza.

Proprio in queste ore l’Esercito ha individuato tre mega discariche tra Napoli e Caserta. Sintomo che il fenomeno è purtroppo ancora attivo, in barba a qualsiasi politica di controllo peraltro inadeguata alle proporzioni di questa catastrofe ambientale. Proprio a Caserta, gli attivisti del Comitato Terra dei Fuochi hanno protestato in coincidenza della visita alla Reggia del premier Renzi chiedendo attenzione. E mentre partiti, politici, governatori, ex governatori, ex sindaci litigano per scaricare gli uni sugli altri le responsabilità dello scempio, suona l’ennesimo gong che segna il tempo scaduto. Un suono sordo e sinistro che evoca una guerra con troppe vittime innocenti e un solo colpevole: il silenzio.
©RIPRODUZIONE RISERVATA

Editoriale “Il Salernitano visto da fuori” andato in onda su Radio Alfa il 17 gennaio 2016

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