Elezioni, politica e Sud: il silenzio e i colpevoli

di Angelo Di Marino
Un salernitano su quattro vive in povertà. Lo dicono gli esperti. Lo confermano i fatti. Dei rimanenti tre non sappiamo, di certo un paio di loro troppo bene non se la passano. E’ la nuova indigenza, quella che colpisce i quarantenni rimasti senza lavoro, proprio nel momento in cui la loro vita avrebbe dovuto raggiungere il culmine della parabola. E’ come prendere un pugno nei denti, sapendo di non potersi più rialzare. Uno scenario tanto cupo quanto evidente. Il Paese però si gira dall’altra parte, schiavo di una politica che si scanna sul bunga-bunga e di un governo ingessato, soprattutto quando si parla di Sud. Eppure, avendo ormai l’acqua alla gola, i meridionali un po’ la voce la stanno alzando. Magari accompagnati da qualche amministratore locale che è anche parlamentare, come Cirielli il quale fa quadrato attorno a Berlusconi ma annuncia di non appoggiare la sua maggioranza in presenza di ulteriori discriminazioni tra Nord e Sud sugli immigrati.
Non basta. Anche perché, almeno da noi, siamo in campagna elettorale. In una regione dove l’osso da spolpare è Napoli, si sta macchinando non per arginare i tagli ai bus dei pendolari, bensì per aumentare gli assessori della giunta Caldoro. Una poltrona andrà anche alla corrente di Rivellini che ha mollato Fini (e Pasquino) per Cosentino (e Lettieri). «A Napoli, cinquanta chilometri da qui, si spara per la strada», ha puntato l’indice De Luca in un comizio a Giovi. Pochi minuti prima, a cinquanta metri da lui, qualcuno aveva gambizzato un operaio. Peccato il sindaco lo abbia omesso. Insomma, questa politica è proprio strabica. Ma soprattutto è sorda.
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pubblicato su “la Città” del 10 aprile 2011

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