A Pagani retromarcia sulla piazza: Torre merita più rispetto

di Angelo Di Marino
Per tutti è stata la settimana della fiducia a Berlusconi, del mercato dei parlamentari, di Scilipoti, di Fini, Casini e Rutelli. Per noi è stata anche una settimana triste. Sette giorni fa, il governatore Caldoro intitolava nel centro di Pagani la piazza del Corpo di Cristo a Marcello Torre, il sindaco ucciso dalla camorra trent’anni fa. Cerimonia toccante, abbracci alla vedova ed alla figlia dell’avvocato che ebbe il coraggio di dire no ai capibastone. Sia pure con un ritardo imbarazzante, la città di Sant’Alfonso sembrava così aver non dimenticato una tragedia che ha segnato profondamente il territorio.
E invece, a distanza di poche ore, ecco spuntare i distinguo, le polemiche, i battibecchi e finanche il ritiro dell’intitolazione della piazza. Come contentino alla famiglia Torre, la possibilità di dedicare la villa comunale al loro amato congiunto. Argomento del contendere proprio il Corpo di Cristo, piazza storica per i paganesi. Increduli, in questi giorni, abbiamo provato a raccontare tutto questo, provando uno sgomento senza pari. Ma come si può, in nome e per conto della mera fazione politica, prima intitolare una piazza ad un sindaco trucidato dai boss e poi fare marcia indietro?
Non ci risulta che Pagani sia mai stata città arretrata o terzomondista, anzi. Ha una storia millenaria, fatta di orgoglio e dignità. Impensabile credere sia rappresentata da quanti prima hanno deciso di ricordare Torre dedicandogli una piazza e poi hanno cancellato tutto. Ma qualcuno ha pensato che di mezzo ci sono i sentimenti dei familiari, il dolore, il senso civico? Evidentemente no. Ed è questa la cosa più triste.
© riproduzione riservata

pubblicato su “la Città” del 19 dicembre 2010

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