Bassolino, saluti da Ravello

auditoriumRAVELLO. Lo guarda. Lo riguarda. Lo coccola. E’ il “suo” auditorium, difeso con le unghie e con i denti. E ora è arrivato il giorno di inaugurarlo, svelarlo al mondo prima ancora che ai campani. Antonio Bassolino sceglie lo scenario inimitabile di Ravello per salutare. Uscire di scena, almeno per il momento. «Non intendo ripresentarmi alle elezioni regionali. Vado verso la conclusione della mia esperienza. Questo auditorium resterà per sempre nel mio cuore. Auguri a Ravello».
Il governatore è visibilmente commosso, sicuramente emozionato. Guadagna la sua poltrona in prima fila, siede accanto a De Masi ed alla moglie, la senatrice Carloni. Agitando le mani, sembra quasi disegnare le volte e gli angoli dell’opera di Niemeyer che a mezzogiorno in punto apre i battenti al mondo intero. Un taglio del nastro che ha il sapore della rivincita per Bassolino. «E’ una sfida che siamo riusciti a vincere dopo una lunga serie di discussioni e polemiche. Che sono nell’ordine delle cose, perché siamo in uno dei posti più belli del mondo. Ma sarebbe stato un fatto negativo se non avessimo vinto questa sfida. Ravello dimostra all’Italia come ci possano essere moderne opere di architettura anche in un luogo storico». Fende la folla per tagliare il nastro, alle sue ali Riccardo Marone e Domenico De Masi. Un po’ più dietro la Carloni e poi Alfonso Andria che, da presidente della Provincia, vide nascere il progetto.
All’appello ha risposto la Salerno che ha teso la mano all’auditorium che si tuffa nel mare, alternando le luci ai riflessi in un gioco che il genio di Niemeyer ha reso delicato, quasi sommesso davanti alla maestosità della Divina. «E’ un vero e proprio gioiello e ognuno lo vedrà a modo suo. Una nuvola, un foglio di carta. A me evoca l’occhio di Magritte. Dobbiamo dire grazie a Niemeyer per questo regalo e ringraziare i lavoratori, gli operai edili che hanno costruito tutto questo». Bassolino parla leggendo da un paio di fogli chiesti in prestito ai volontari dell’Unicef e riempiti di getto al tavolino del bar dell’auditorium con il loden ancora sulle spalle. «Dobbiamo garantire il diritto alla bellezza e farlo senza compromettere l’ambiente, in modo sostenibile. Qui si dovrà arrivare sbarcando sulla costa con il metrò del mare che sarà potenziato. L’obiettivo è garantire un’offerta culturale e turistica di grande livello. Per la Campania questa è stata una grande settimana. Prima l’inaugurazione del nuovo San Carlo, adesso Ravello. Abbiamo investito tanto in un periodo di crisi.Perché se non investiamo sulla cultura ma su cosa dovremmo investire qui da noi?».
E’ il momento del brindisi. Bassolino chiama Marone ma non si levano i calici se prima non arriva De Masi. Taglia la torta e scherza: «Ho imparato in vecchiaia ma ci sono riuscito», dice coltello alla mano. Ma sono gli operai i protagonisti, passa loro i bicchieri e poi fa festa. «Venite, venite, se siamo qui è merito vostro». E sembra tornare indietro di quasi quarant’anni, quando parlava ai metalmeccanici dell’Italsider. Da Bagnoli a Ravello. Senza mai uscire di strada.

pubblicato su “la Città” del 30 gennaio 2010

Facebooktwittergoogle_pluspinterestlinkedinmail
Condividi questo articolo
Facebookrss
Segui

Be the first to comment on "Bassolino, saluti da Ravello"

Leave a comment