Ritorna Hippocratica Civitas nel marchio di Vignelli: retromarcia sospetta

di Angelo Di Marino
Saranno stati i figli delle Chiancarelle o chissà cosa, sta di fatto che la retromarcia del sindaco sullo stemma ridisegnato da Vignelli ha del sorprendente. Questo giornale aveva solitariamente sottolineato, nei giorni scorsi, come la cancellazione della dicitura “Hippocratica Civitas” dal marchio ufficiale della città rappresentasse circostanza assai più rilevante rispetto allo scarso gradimento riscosso dalla “S”. Quest’ultima, infatti, è mera invenzione del disegnatore chiamato dal primo cittadino ad immaginare un simbolo per la Salerno turistica da diffondere in giro per il mondo. La prima invece è davvero un pezzo di storia, forse il più rilevante di questa città, e completava qualcosa di già esistente. Senza contare che la mutazione genetica del logo esposto sul gonfalone comporta un passaggio istituzionale, quello in consiglio comunale, che non è stato ancora affrontato. Ripristinare il simbolo e chiedere a Vignelli un ulteriore intervento per tenere insieme i pezzi, vecchi e nuovi, ci è sembrato esercizio inusuale per il primo cittadino, abituato a tirare dritto come un treno, fregandosene di critiche, osservazioni, pareri, voci (poche) fuori dal coro. Ma attenzione, non è un caso. La rete di riferimento, che da anni fa da sfondo alle logiche di controllo della città, continua a subire sfaldamenti e mutazioni. Derivanti in gran parte dal riassetto politico registrato tra il 2008 e il 2010, ma anche dal logorio di un meccanismo che vede ruotare sempre gli stessi uomini attorno ad un unico protagonista: De Luca appunto.
La contrapposizione messa in campo dal 2009 da Cirielli, il parlamentare-presidente che vorrebbe a tutti i costi fare una nuova Regione staccandosi da Napoli, se non è riuscita a scalfire il consenso di cui il sindaco continua a godere nella sua città, ha però scompaginato gli equilibri che regolano realtà associative, enti, società partecipate, consorzi e altri poltronifici sparsi sul territorio. Scusandoci per la franchezza, poco in voga dalle nostre parti, ma non c’era nomina o titolo onorifico che non passasse per il gradimento di De Luca, prima di approdare a ratifica finale. Un modus operandi portato avanti da sempre e che ora non funziona più così. Se prima la domenica andava onorata una sola messa, da qualche tempo c’è da tener conto anche del vespertino.
Ne sono chiari esempi gli accadimenti registrati alla Camera di Commercio ed a Confindustria. Quest’ultima divenuta teatro di uno scontro senza regole che dura ormai da mesi. Spifferate ai quattro venti e senza alcuna mediazione le tensioni e le spaccature che regnano nella palazzina di via Madonna di Fatima (Quella che ci vorrebbe per mettere in ordine le cose…), sembra arrivata l’ora della verità. Davanti ai “saggi” sfilano gli associati per le dichiarazioni di voto, mentre i due candidati alla presidenza illustrano i loro programmi. Da un lato Maccauro, che da mesi ormai in molti ritengono già il successore di Gallozzi, modellando comportamenti che avallano una tendenza che anticipa un po’ troppo l’esito delle votazioni; dall’altro Foresti che ieri, davanti ad una platea eterogenea formata da cognomi noti di questa provincia, ha spiegato le sue idee a quanti vorranno preferirlo nella corsa alla guida degli imprenditori salernitani. Al di là degli accordi e delle alleanze, anche De Luca ha quantomeno un voto a disposizione. E’ quello di Salerno Energia, l’azienda che gestisce gas e luce in città, il cui presidente siede anche in giunta ad Assindustria. Bene, al momento la società per azioni controllata al cento per cento dal Comune non si schiera con nessuno dei due contendenti alla presidenza. Resta in attesa di quello che accadrà dopo, quando potrebbe non bastare la vittoria elettorale per governare una barca che fa acqua da tutte le parti. Insomma, il sindaco non appoggia sicuramente Maccauro ma neanche si schiera con Foresti. Forse perché nessuno dei due ha bussato alla sua porta. Almeno fino ad ora.

pubblicato su “la Città” del 4 dicembre 2011

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